Il tiro tradizionale istintivo a distanze sconosciute e su bersagli mobili



Per riuscire a colpire un bersaglio fisso o mobile senza usare un mirino l’arciere deve combinare l’uomo, i suoi occhi, i suoi muscoli, le sue ossa, il suo cervello ed il suo arco affinché siano una macchina efficiente, che per far arrivare la freccia nel punto voluto opera in modo uniforme nel tempo, scorrevole e ritmico. Qualsiasi cosa interferisca con l’efficienza di questa macchina renderà meno efficace chi tira come arciere e come cacciatore.

I concetti base per il tiro col Long Bow sono esattamente quelli che si possono trovare in ogni buon libro di tiro con l’arco, dalla posizione del corpo, al rilascio, al follow through. In questi articoli si si farà riferimento dapprima in succinto, poi in modo più esteso ad ognuno di questi punti. Con l’esame più approfondito si indicherà anche come essi sono in relazione fra di loro. Questo aiuterà l’arciere a capire come e perché differenze nei risultati ottenuti tirando hanno la causa in piccole, ma importanti, differenze nella forma dell’arciere e nella tecnica che rendono possibile il tiro istintivo.

La posizione del corpo

-  Il peso del corpo deve essere egualmente distribuito sui due piedi;

-  le ginocchia non devono essere bloccate ma nemmeno piegate come quelle di una rana che vuol saltare;

-  le spalle devono essere in linea col bersaglio.

La mano all’arco

- Con l’arco appoggiato alla base del pollice, trattenerlo in modo leggero, come se si trattasse di un uccello; se la presa è troppo sciolta l’arco volerà via; se troppo rigida lo si bloccherà a morte.

La mano e il braccio alla corda

-  Si deve tendere la corda sino a che si formi una linea diritta dalla punta della freccia al gomito;

- questo servirà a trovare l’esatto punto di ancoraggio: poiché ogni persona è diversa dalle altre, anche il corretto punto di ancoraggio può essere diverso da persona a persona.

La mira

-  Si parla di tiro istintivo, ma ci sono molti modi per farlo e, indirettamente, per mirare.

La concentrazione

-  Mentre gli occhi sono a fuoco sul punto che si vuole colpire, si deve imparare a vedere la freccia con la propria visione periferica (chiamata anche seconda visione);

-  non si deve mai guardare direttamente la freccia.

Il rilascio

-  Deve essere un movimento completamente indipendente;

-  deve avvenire senza smettere l’azione di trazione della corda e di spinta dell’arco.

Il follow through

-  Un buon follow through è il risultato di una buona esecuzione tecnica del tiro prima del rilascio.



Un arciere che impara a tirare correttamente usando un equipaggiamento adatto potrà essere un buon arciere. Chi invece continua a ripetere i propri errori, si allena usandoli, e usa un equipaggiamento non a punto, non riuscirà mai a raggiungere il proprio potenziale nel tiro.


La posizione del corpo

(note per un tiratore destro)

-  Spalla sinistra verso il bersaglio, ginocchia non bloccate, ma non piegate, quando si tira in piano.

-  Peso distribuito sui due piedi.

-  Viso rivolto al bersaglio.

-  Muscoli rilassati.

- Arco tenuto in modo leggero sul lato sinistro del corpo.

-  Dita della mano alla corda posizionate correttamente.

-  Se si tira verso l’alto o verso il basso piegare un ginocchio e piegarsi sulla vita, in modo da mantenere la parte alta del corpo, le spalle e le braccia, nella stessa posizione, rispetto all’arco, di quando si tira in piano.

-  Non abbassare mai il braccio all’arco quando si tira con una forte pendenza: sono sempre le ginocchia ed il busto che devono piegarsi per quanto necessario.

-  Anche quando si tira verso destra o verso sinistra, come si fa con un bersaglio mobile, le spalle e le braccia devono sempre rimanere nella stessa posizione relativa rispetto all’arco, come quando si tira di fronte a sé. Il movimento necessario per seguire il bersaglio deve avvenire nella parte inferiore del corpo, al di sotto della vita: per questo le gambe e la parte inferiore del corpo devono essere sempre sciolte e flessibili.



La mano all’arco

L’arco deve essere tenuto in modo tale da permettere che sia aperto senza torcerlo, senza provocare alcuna torsione dell’arco.

Alcuni arcieri si lamentano dicendo che tirando col Long Bow le frecce non volano bene. Una delle prime cose che si deve fare in questi casi è osservare la torsione dell’arco. Essa avviene quando l’arciere torce l’arco, così che all’apertura tende la corda leggermente sul fianco anziché solo all’indietro, mantenendola sempre esattamente sul centro dell’arco stesso. Per controllare se un arciere ha questo difetto, un amico si deve mettere dietro l’arciere ed osservare al completo allungo come ha aperto l’arco. Si può vedere così se la corda è tirata esattamente all’indietro, e resta quindi nel centro dell’arco, o se si torce l’arco, così che la corda risulta spostata da un lato. In questo caso al rilascio la freccia colpirà l’arco e ondeggerà nel suo volo verso il bersaglio.

Questo difetto è causato da una errata posizione della mano all’arco.

Per inciso, l’autore dice che gli capita di spiegare all’arciere il suo difetto, facendo vedere come correggersi, ma che spesso la risposta dell’arciere è: “ma io non tiro così!” Ci sono alcune persone proprio non vogliono tirare bene.

Un’altra indicazione dell’errore è l’affermazione fatta dall’arciere che l’arco cerca di ruotare nella mano. Col Long Bow, le punte dei flettenti si muovono dietro l’impugnatura, il centro di rotazione, e spingono l’arco direttamente nella mano. Questa è una delle ragioni per cui il Long Bow perdona gli errori più di un arco ricurvo. Se si esegue una torsione dell’arco con un arco ricurvo, si torceranno le punte dei flettenti, non l’impugnatura.

Esistono 3 tipi base di impugnatura che possono aiutare a prevenire la torsione dell’arco, ma si deve sapere che in ogni caso si deve aprire l’arco tirando la corda esattamente all’indietro.

Impugnatura Howard Hill – l’arciere impugna l’arco col retro della mano diritta ed il polso diritto. L’arco appoggia praticamente sulla giunzione fra il pollice e le altre dita, chiuse sull’arco e il palmo della mano è a contatto con la parte sinistra dell’impugnatura. Questo tipo di impugnatura lavora solo con archi con impugnatura diritta, originale per gli Howard Hill. Molti archi tipo Howard Hill costruiti recentemente hanno una impugnatura appiattita, che permette di impugnare diversamente, e più facilmente, l’arco.

Impugnatura LongHunter Long Bow, costruito dall’autore. – è sagomata dolcemente, per permettere di appoggiare tutta la mano sull’arco. Essa forma un angolo di circa 45°, e la parte più bassa della mano è più lontana dall’arco. L’arco si appoggia sul cuscinetto alla base del pollice e le altre dita sono chiuse molto leggermente sull’arco. Con una impugnatura scivolosa (preferibilmente senza protezione) quando le punte dei flettenti arretrano l’arco tende ad auto centrarsi, permettendo all’arciere di avere una linea di trazione diritta.

Impugnatura col polso alto – l’arco è appoggiato sulla pelle fra il pollice e l’indice, col polso diritto: questo modo di impugnare l’arco permette di avere un allungo fino a 1” maggiore rispetto alle altre impugnature.

È praticamente impossibile vedere da soli se si sta torcendo appena appena l’arco. Occorre avere l’aiuto di un’altra persona, che guardi stando dietro l’arciere come è posizionata la corda dell’arco alla completa apertura, per tutta la sua lunghezza da una punta all’altra dei flettenti. Se si sta torcendo l’arco, vedrà che la corda non forma una linea diritta come l’arco per tutta la sua lunghezza, e potrà dire quando i cambiamenti nell’impugnatura porteranno ad una apertura corretta.




Poiché i difetti sono duri a morire, se si è modificato il modo di impugnare l’arco controllare più volte nel tempo con l’amico se si sta tirando in modo corretto o se si è tornati a ripetere l’errore.

Non si guardi come un arciere bravissimo impugna l’arco: ogni persona è diversa, e diverso può essere il modo corretto di impugnare l’arco. L’obiettivo è solo e sempre quello di aprire l’arco direttamente all’indietro per ottenere il volo della freccia migliore possibile.

Poiché ogni persona è fisicamente diversa dalle altre, ogni persona può avere una tecnica leggermente diversa dalle altre.

Se un arciere dice: questo è la miglior tecnica da usare” non può dire che quella tecnica va bene per tutti. Va bene per lui, ma altri possono e devono vedere se va bene anche per loro

Se si trova il corretto modo di impugnare l’arco, e di aprirlo correttamente, si sarà un arciere Long Bow migliore.



La mano alla corda: come mettere le dita sulla corda.       

Sembra semplice. Dovrebbe essere la parte più facile da fare per tirare l’arco: basta appoggiare le dita alla corda e tirarla indietro. Ma non è così semplice trovare lo spine della freccia che lavori bene lasciando l’arco quando segue il paradosso dell’arciere.

Per prima cosa si devono mettere le dita alla corda essendo sicuri di non avere in tensione il dorso della mano. La tensione in questa parte della mano non permette un rilascio preciso, ben fatto, e provoca una rotazione della corda mentre si apre l’arco, con conseguente caduta della freccia dal rest.

Per evitare questa tensione è necessario avere una buona, profonda presa sulla corda, che deve essere sulle prime giunture del dito più alto [indice] e più basso [anulare] e dietro la prima giuntura del dito in mezzo [medio].

Ma la giuntura delle dita non è allineata allo stesso modo in tutte le persone.

Idealmente, la giuntura del primo e del terzo dito dovrebbero essere allineate.

Controllare l’anatomia della propria mano, tenendola col palmo verso l’alto e le dita avvicinate, ed osservare l’allineamento del segno della giuntura fra la prima e la seconda falange delle 3 dita usate per tendere la corda.

Se nelle due dita più esterne questo segno è allineato naturalmente, si avrà un buon rilascio se si farà ogni altra cosa correttamente. Se non è così, e la giuntura del primo dito è più arretrata rispetto a quella del terzo dito, occorre prendere una presa più profonda col dito centrale.

Per eseguire una presa corretta:

-  posizionare la corda esattamente sulla giuntura delle due dita esterne, lasciando che la corda si appoggi naturalmente sulla corda dietro la giuntura del dito medio;

- se si è visto che la giuntura del primo dito è più arretrata, eseguire la presa col dito medio in modo più profondo,  arrivando sino alla metà fra le giunzioni di questa falange.

Si è portati a pensare che agendo così si possa avere difficoltà a rilasciare la corda, ma, credetemi, non è così, e una presa così fatta permette di rilassare bene sia l’avambraccio, sia il dorso della mano, attenuando lo stress supplementare che grava sul flettente superiore e permettendo ad un tiller standard di lavorare correttamente.

L’avambraccio e la mano lavorano come una corda con un gancio all’estremità.

L’autore ha sperimentato in molti modi come eseguire la presa della corda, avendo la giunzione del primo e del terzo dito non allineato, perché lui stesso ha l’anatomia della mano così fatta.

1.      Diminuire la pressione esercitata col primo dito sulla corda. Ma spesso si dimentica di farlo, specialmente sotto la pressione della gara.

2.      Aggiungere extra serving sotto il punto di incocco per compensare la distorsione della corda provocata dal dito indice più corto. Funziona, ma l’aumento del peso sulla corda riduce la gettata del tiro.

3.      Aumentare lo spessore del cuoio del guantino o della patella sulle ultime due dita.

4.      La soluzione che ha trovato migliore, ed è quella che ha adottato: posizionare la corda sulla prima giuntura del primo e del terzo dito e fra la prima e la seconda giuntura, o, se del caso, anche proprio sulla seconda giuntura, del medio. Con questa presa, può sembrare difficile rilasciare senza problemi la corda, ma per l’autore non è così. Il problema che si incontra con questa soluzione è la difficoltà di trovare in commercio ausiliari adatti per farlo: nei guantini le protezioni della punta delle dita sono troppo corte, ed anche con le patelette  ci sono dei problemi. Bisogna trovare il modo di superare l’inconveniente.

L’autore ritiene che questo quarto metodo sia la soluzione migliore per risolvere il problema che molti arcieri incontrano, pur senza rendersene conto, e suggerisce di provarlo: si rimarrà sorpresi di come voleranno bene le frecce. Se si riesce a farlo bene si sarà realizzata la maggior parte del lavoro per ottenere uno sgancio ben fatto.

N.B. - Modificando il tiller dell’arco si supera questo problema: lo si fa con l’arco ricurvo, ma non lo si può fare col Long Bow!

Cosa succede se non si posiziona esattamente la mano alla corda e non si rilascia il dorso della mano? Se si agisce sulla corda con la punta delle dita, la tensione sulla mano provocherà la caduta della freccia dal rest. Non si deve trattenere la freccia sul rest con l’indice durante l’apertura dell’arco, ma eliminare la tensione sul dorso della mano per poter arrivare ad essere un buon arciere.

Un’altra indicazione di quello che si fa con le dita sulla corda sono i calli che si formano sulle dita stesse. Se si usa una pateletta, si vede se si sta stringendo la cocca fra dita perché si formeranno dei calli sulle dita: sul primo, sul medio o su ambedue. Se si stringe la corda si faranno errori nel tiro alto o basso, secondo se la stretta è fatta col dito indice o col medio.
Un callo sull’anulare indica che si è diminuita la tensione di quel dito al completo allungo: non è un problema che causa gravi problemi sull’accuratezza del tiro, ma può provocare ferite molto dolorose che impediscono di agire con la mano alla corda con tranquillità e inducono a commettere altri sbagli.

Se non si riesce ad evitare di trattenere la cocca, probabilmente si sta usando un arco troppo corto, in cui alla completa apertura la corda forma un angolo molto acuto, spingendo le dita una contro l’altra. Questo provoca errori allo sgancio e molti altri problemi. Non si devono usare archi troppo corti.

Per vedere se si sta posizionando le dita in modo corretto alla corda e rilassare bene avambraccio e il retro della mano, chiedere ad un amico di cui ci si fida e che ha fiducia in voi di mettersi seduto sul terreno davanti a voi mentre aprite l’arco sopra la sua testa. Così egli può vedere se state torcendo la corda con le dita. Se lo fate questo induce una oscillazione nella parte posteriore della freccia.
Se è così, rileggete quanto indicato in questa parte del testo e correggetevi!



Una corretta tecnica, un corretto allenamento ed un corretto equipaggiamento permetteranno di essere un buon arciere.
L’apertura dell’arco e l’ancoraggio

È l’allungo esatto che permette di trovare l’esatto punto di ancoraggio.

Una delle più comuni istruzioni non corrette che vengono fornite a che comincia a tirare è dove deve essere il suo punto do ancoraggio. A tutti viene detto di ancorare per il tiro istintivo con un dito all’angolo della bocca.

L’autore, al contrario, dice che il punto di ancoraggio corretto, e quindi l’allungo di un arciere, deve essere basato sulla struttura delle sue spalle e delle sue braccia.

Per farlo, occorre aprire correttamente l’arco:

- il gomito del braccio all’arco deve essere ben disteso, ma non irrigidito e non piegato, come si è spesso fatto interpretando male quello che dice Howard Hill;

-  il braccio alla corda deve essere arretrato sino a formare una linea retta dalla punta della freccia sino all’estremità del gomito;

- con questo allineamento la mano alla corda si muoverà solamente all’indietro dopo il rilascio;

-  la potenza dell’arco deve essere trattenuta dai muscoli della schiena e delle spalle, non da quelli delle braccia.

Aprendo correttamente l’arco, si può trovare il punto di ancoraggio, basato sulla conformazione del corpo dell’arciere:

- mettersi davanti ad uno specchio, col braccio all’arco indirizzato verso lo specchio stesso:

-usare un arco leggero, che possa essere tenuto aperto senza sforzo eccessivo;

- aprire l’arco come indicato sopra sino al punto di ancoraggio;

- controllare se aprendo l’arco si arretra la testa: se è così, allentare l’arco e ripetere l’azione: testa diritta - arretrare la testa è un errore che può costare caro nei tiri molto inclinati verso il basso;

-  controllare l’allineamento punta della freccia – gomito. Se non è esattamente così, muovere la mano alla corda lungo il lato del viso fino a raggiungere questo allineamento;

- il punto raggiunto indica dove deve essere il punto di ancoraggio da usare tirando, il punto dal quale il rilascio della corda avverrà correttamente, perché la linea di trazione è in linea retta con la freccia, ed è il punto che permetterà di eseguire l’azione di trattenuta dell’arco coi muscoli della schiena.

-  ora, senza muovere la testa verso l’arco, e senza lasciare che la mano alla corda si muova in avanti, spostare il viso sino a toccare la mano che trattiene la corda;

-  questo è il riferimento sul viso che indica il punto di ancoraggio, trovato in funzione delle caratteristiche fisiche delle braccia e delle spalle di chi tira.

Il punto di ancoraggio può essere posizionato anche molto diversamente da arciere ad arciere: per Howard Hill era sull’ultimo dente della mascella inferiore; per Will e Maurice Thompson sul loro orecchio.

Le braccia e le spalle devono essere allineate con la linea di trazione della corda, sia verticalmente che orizzontalmente, per eseguire un tiro perfetto.



Il rilascio

Una volta raggiunto il corretto allineamento delle braccia e delle spalle – sulla linea di trazione dell’arco – ed imparato a rilassare i muscoli della mano e del braccio alla completa apertura, si vedrà che si potrà lasciare la corda correttamente, con la mano alla corda che arretra sul viso e la mano all’arco che non si sposta.

Questo è il segreto di un buon rilascio: ci si deve concentrare sull’azione, aprire l’arco al punto di ancoraggio, fermarsi, rilasciare e fare il follow through.

Capita a molti arcieri di eseguire il rilascio prima di arrivare al completo allungo ed al punto di ancoraggio, rinunciando così alla potenza completa del loro arco. Questo è spesso provocato dal fatto che si tirino frecce troppo morbide, che non possono essere tirate con la piena potenza dell’arco: una freccia con l’esatto spine permetterebbe di ottenere risultati migliori.

Quando ci si allena al tiro, usare sempre la corretta tecnica, ad ogni tiro.
Non allenare mai gli errori nella propria tecnica di tiro: eseguire sempre correttamente, ad ogni tiro, l’esatta tecnica di apertura dell’arco, ancoraggio, rilascio e follow through.

Attenzione: Si stia ben attenti alle frecce usate se si varia l’allungo: spesso le tabelle che indicano la potenza da usare con un gruppo di frecce non è esatto per l’uso con i Long Bow moderni, sempre più potenti degli auto costruiti negli anni ’30. Vedere se è necessario usare frecce con uno spine indicato per archi di 5 – 10 libbre più potenti. Aggiungere ancora 5 libbre in più per ogni pollice oltre i 28”.


La mira istintiva

Ci sono spesso discussioni fra gli arcieri su cosa è “istintivo” o “gap shooting” e anche sul fatto di mirare usando “le tre dita sotto la freccia” per aprire l’arco ed ancorare. Generalmente per tiro istintivo si intende lasciare che il proprio braccio sinistro cerchi l’elevazione esatta per colpire il centro, mentre si concentra l’attenzione solo sul centro che si intende colpire, facendo attenzione a piegarsi se necessario sono sulla vita e mantenendo sempre invariata la posizione delle braccia e delle spalle rispetto all’arco.

Per fare questo, l’arciere deve sviluppare una tecnica che faccia sì che l’arco tiri nella sua linea di visione. Questo significa che il punto di ancoraggio deve essere proprio sotto l’occhio dominante, che guida il tiro. Generalmente lo si ottiene inclinando l’arco e piegando leggermente la testa. La posizione del punto di ancoraggio rispetto all’occhio dominante varia secondo le caratteristiche fisiche dell’arciere: chi ha detto che si deve ancorare all’angolo della bocca ha causato molti problemi a tanti arcieri.

Il punto di ancoraggio è la parte posteriore della linea di mira dell’arciere che esegue il tiro istintivo, e controlla il tiro verso destra e verso sinistra, oltre che nella direzione alto – basso.

(la parte anteriore è il centro del bersaglio).

(Il gap shooting è un tiro nel quale in qualche modo si prende la mira su un punto diverso dal punto che si vuol colpire, anche se si focalizza l’attenzione solo su quest’ultimo (gap = distanza fra bersaglio e punto dove è indirizzata la punta della freccia.)

L’autore afferma che in base alla sua esperienza di arciere che tira da molti anni, quando si tira a distanze note chi usa il gap shooting vince le gare, ma quando si tira su bersagli mobili o a distanze sconosciute è chi tira in modo realmente istintivo che vince. In questi casi vince cioè chi si allena andando in giro nei boschi e tirando a bersagli scelti a caso (una foglia, un ceppo . . .), a scoiattoli, a conigli, non chi si allena tirando in un campo dove conosce le distanze a cui sta tirando.

Ci sono comunque molti modi per prendere la mira usando l’arco e la freccia come mirino.

Chi tira con le tre dita sotto la freccia mira lungo la freccia, come fa un tiratore con la pistola che mira lungo la canna dell’arma. Con l’arco è un tipo di mira che va bene nei tiri a corta distanza.

Chi usa il metodo di tiro dell’arco nudo, facendo scorrere le dita sulla corda, o muovendo il punto di ancoraggio sul viso in funzione della distanza, può usare questo metodo per distanze maggiori.

Alcuni mirano col così detto “Mississippi String Walker”: contando gli avvolgimenti del serving per posizionare le dita e muovendo il punto di ancoraggio sul viso sono abili di mettere la punta della freccia sul bersaglio a qualsiasi distanza fra 15 e 90 metri.

Come si vede non serve avere un mirino meccanico per poter mirare efficacemente.

Il miglior tiratore su bersagli mobili è stato Howard Hill. Vediamo come faceva a colpire il bersaglio, seguendo quanto dice nel suo libro “Hunting the hard way”.

 Egli teneva gli occhi fissi sul punto che voleva colpire, mentre osservava la punta della sua freccia col la visione periferica (che chiama seconda visione), in modo da poter valutare le correzioni da fare nel tiro in caso di errori alto – basso. Dice che questa è la cosa più difficile da imparare, ma che è il modo più efficace per colpire un bersaglio, anche in movimento.

Howard Hill scrive nell’Enciclopedia del Cacciatore del 1947 che un principiante dovrebbe cominciare a tirare in modo puramente istintivo, guardando solo il punto da colpire. Solo dopo aver imparato a tirare così, può cominciare a guardare la punta della freccia con la visione periferica ed a valutare le relazione fra punta della freccia e bersaglio.

Occorre allenamento per vedere la freccia con la visione periferica, pur mantenendo la concentrazione e la visione effettiva sul centro del bersaglio. Allenarsi a farlo correttamente: non allenarsi mai facendo le cose in modo errato.

Come fare per arrivare a tirare così.

-  Imparare a guardare il punto da colpire: scegliere un piccolo oggetto, guardarlo, e concentrare l’attenzione solo su quello, fino a che quella è l’unica cosa che si vede.

-  Allenarsi in questo modo ogni giorno (lo si può fare anche in casa): deve diventare un’abitudine efficacemente  radicata nell’arciere.

-  Imparare a fare questo automaticamente, anche con un oggetto che si muove (alla televisione?).

Mettendo insieme la capacità di concentrare la visione sul punto da colpire e l’aver acquisito una buona tecnica farà dell’arciere un tiratore di successo



L’equipaggiamento per il tiro tradizionale

Quando un arco, o una freccia, sono tradizionali?

Praticamente tutto quello che può essere fatto per modificare o migliorare un arco è già stato fatto. Alcune migliaia di anni fa i cinesi hanno collegato le estremità dei flettenti con delle pulegge: chi può quindi dire che il compound è una novità? L’arco tradizionale è l’arco di Robin Hood, l’arco dei nativi americani, o l’arco ricurvo a più strati - l’arco dei Persiani, dei Cinesi o anche di alcuni nativi americani dell’ovest?

L’unica cosa realmente cambiata sugli archi nella storia è il materiale usato per costruirli. I nuovi materiali hanno permesso di costruire archi più affidabili, che si rompono meno facilmente, più efficienti. Poiché i materiali usati possono essere riprodotti in modo uguale, si possono costruire ora archi uguali, con le stesse prestazioni. La chiave nella costruzione di un arco a più strati accoppiati non sta tanto nel materiale usato per costruirlo, ma nel suo disegno costruttivo.

Così, quali sono le qualità che si devono osservare per valutare un arco?

1 - La curva di potenza

La prima cosa è vedere se ha una buona curva di potenza in apertura, cioè il numero di libbre per pollice, la potenza, che l’arco ha dal primo all’ultimo pollice, per tutta l’apertura dell’arco. Ad esempio, se un arco richiede 2 libbre per essere aperto dal primo al secondo pollice, deve richiedere 2 libbre anche per essere aperto dal dodicesimo al tredicesimo pollice di apertura. Un arco che si apre così fornisce la massima gettata per le sua potenza, qualsiasi essa sia, e getterà la freccia più velocemente e con più energia di un arco con la stessa apertura e con 10 – 15 libbre di potenza in più (ma senza questa curva di distribuzione della potenza).
Attenzione: non tutti gli archi costosi hanno questa caratteristica!

Lo stack di un arco indica l’accumulo di energia nell’arco: il numero crescente di libbre per pollice di apertura. Se si hanno diversi archi della stessa potenza allo stesso allungo, aprendoli è abbastanza facile accorgersi della differenza del loro stack.

Ma se si vuole conoscere l’esatto stack di un arco occorre misurare la sua potenza con un dinamometro mentre lo si apre passo passo. Si può quindi costruire una curva della potenza all’apertura dell’arco.

Un arco con una buona curva di potenza non è solo più veloce e più efficiente, ma non colpisce nemmeno la mano improvvisamente al rilascio: non ha un “hand shock”, che non è caratteristico di un Long Bow, ma di un Long Bow con un cattivo disegno costruttivo.

2 - La lunghezza dell’arco

Se si guarda l’arco che usavano gli aborigeni in tutto il mondo, loro che erano veramente dei professionisti del tiro con l’arco, si vede che costruivano i loro archi così lunghi come era lungo il materiale che potevano usare. Alcuni indiani del Sud America, benché di statura molto bassa, usavano archi di 7 piedi (2,20 m ca.) nella densa foresta tropicale. Il Long Bow inglese del medioevo era lungo 76” (1,90 m ca.). Howard Hill considera un arco di 68” (1,70 m. ca.) un buon compromesso fra lunghezza dell’arco, facilità d’uso, e accuratezza nel tiro.
3 – Il center shot

Se qualche costruttore dice che il suoi archi hanno la finestra sull’esatto center shot, quegli archi non vanno presi in considerazione. I buoni arcieri sanno da tempo, e la cosa è stata confermata da prove in laboratorio, che quando si tira un arco aprendolo con le dita non si ottengono buoni risultati se la finestra arriva a meno di .125” dal centro.
L’autore assicura di non avere nessun problema nel mettere a punto il volo delle frecce col metodo della freccia spennata anche con archi monolitici auto costruiti, senza finestra.

4 – Draw weight – Potenza dell’arco

Usare l’arco più potente che si riesce a gestire senza problemi. Molti arcieri usano archi di potenza superiore a quella che possono in effetti gestire. Se si vuole gestire un arco potente, ci si alleni con questo ogni giorno dell’anno, senza interruzione, affinché il proprio fisico sia robusto ed allenato allo sforzo richiesto dall’arco. Se non lo si può fare, usare un arco meno potente, ma gestito più efficacemente



Le Frecce

 Frecce di legno : miti e verità

Il materiale con cui sono costruite le frecce usate con l’arco tradizionale è stato sin dall’antichità il legno. Per questo motivo la maggior parte di che tira con un arco tradizionale usa frecce di legno. Nel periodo di tempo intercorso fra il 1960 ed i primi anni del 1990, quando l’invenzione del compound ha invogliato molti arcieri ad usare questo arco, trascurando il Long Bow, molte conoscenze sull’uso dell’arco tradizionale si sono perse, perché gli arcieri ed i costruttori di frecce in legno hanno abbandonato, diventando vecchi, questo sport. Oggi molti costruttori di frecce in legno non hanno delle conoscenze complete ed approfondite sul modo corretto di costruire frecce in legno per archi tradizionali. L’uso di nuovi materiali nella costruzione degli archi ha complicato ulteriormente il problema.
Ecco alcune indicazioni in merito.

I Mito – Arcieri destri devono tirare frecce con impennatura destrorsa e arcieri mancini con impennatura sinistrorsa, o viceversa (si sentono tutte e due le opposte affermazioni).

Verità – Una freccia scelta bene per la potenza dell’arco, lo lascia senza alcun problema per la sua impennatura, qualsiasi sia la sua rotazione. Esami fatti con film ad alta velocità hanno inoltre dimostrato che la rotazione della freccia, anche con alette spin wing, comincia solo dopo che la freccia ha lasciato l’arco.

II Mito – Scegliendo le frecce in modo che abbiano tutte lo stesso peso si avrà una serie di frecce uguali.

Verità – Sebbene ci sia una certa relazione fra il peso e la rigidità di una freccia, l’unico modo per avere una serie di frecce che si comportano in modo uguale è scegliere frecce che abbiano lo stesso spine, cioè la stessa rigidità. Controllarla misurando la flessione delle aste in millesimi di pollice, con 2 libbre di peso appesi al centro dell’asta. La prova va eseguita controllando che la venatura del legno sia allineata allo stesso modo in tutte le aste sotto esame.
[sulla prova di flessione, vedi anche il punto seguente]

III Mito – Lo spine delle aste può essere controllato introducendo le aste in un tester elettronico per il controllo dello spine.

Verità – Non è così. Con riferimento alla venatura del legno, un’asta può essere osservata da 4 posizioni diverse: ha 2 posizione in cui è più rigida e 2 posizioni in cui è più morbida.
Le posizioni più rigide sono quelle in cui la venatura del legno corre lungo tutta l’asta; le più morbide quelle in cui la venatura lascia l’asta. Poiché la freccia si flette attorno all’arco al rilascio, la penna indice deve essere posizionata su uno dei lati rigidi dell’asta. Il test sulla rigidità dell’asta deve essere fatto posizionandola allo stesso modo durante la prova di flessione. Questo può essere fatto solo a mano; anche la posizione in cui si monta la cocca deve essere scelta per rispettare questa regola.

IV Mito – Compero un set di frecce a buon mercato per fare allenamento.

Verità – Frecce a buon mercato non sono frecce da usare. Non ce ne sono due uguali, che arrivino sul bersaglio nello stesso punto anche se tirate con la miglior tecnica di tiro. Ishi diceva: “Con un vecchio bastone si può fare un arco, ma ce ne vuole uno dannatamente buono per fare una freccia”

V Mito – Io preferisco cocche che non si levino facilmente dalla corda, così la freccia non cadrà mai.

Verità – Una cocca troppo stretta farà sì che la corda porterà la coda della freccia troppo avanti, fino a schiaffeggiare l’arco, rovinando le penne e facendo perdere precisione al tiro. La cocca deve essere stretta solo quel tanto che impedisce alla freccia di cadere dalla corda.

VI Mito – Il compound è così potente che non permette di tirare frecce in legno: se si usano, si romperanno spesso, col pericolo di ferire l’arciere.

Verità – A parità di potenza, l’arco tradizionale provoca uno stress sulla freccia maggiore di quello provocato da un arco compound. Occorre ricordare che un bastone con una impennatura non forma una freccia. Le frecce devono sempre essere scelte in modo corretto per l’arco che si usa. Non si deve mai tirare una freccia danneggiata. È bene rompere completamente una freccia appena ci si accorge che essa è fessurata, in modo da essere sicuri di non tirarla in seguito.

VII mito – Non c’è nessuna ragione di tirare frecce di legno col compound.

Verità – Ci sono invece ottime ragioni per farlo quando si va a caccia. La freccia di legno è meno rumorosa, almeno del 50%, rispetto ad aste di altro materiale, e questo a caccia conta molto. Anche le vibrazioni del legno rispetto agli altri materiali sono minori, con minor dispersione della potenza (quella usata per far vibrare la freccia).

VIII Mito – Ho un arco di 50 libbre, userò una freccia per 50 libbre.

Verità – Il corretto spine della freccia da usare è legato a molti fattori: il disegno dell’arco, il materiale con cui l’arco è costruito, il peso della corda dell’arco, il materiale con cui è costruita la freccia, la sua lunghezza, il peso della sua punta, non solo dalla potenza dichiarata per quell’asta.



Spine, la rigidità nelle frecce in legno

È importante conoscere lo spine delle frecce da usare, e cosa è, e che conseguenza ha sul tiro, il paradosso dell’arciere (come fa la freccia a lasciare l’arco senza colpirlo)

Partendo dall’inizio, con l’arco alla completa apertura.

La freccia è appoggiata sulla finestra dell’arco. La sua punta sporge dall’arco ed è indirizzata leggermente all’esterno (verso sinistra per un arciere destro) rispetto alla traiettoria ideale tracciata dalla cocca al centro del bersaglio. Questo è necessario quando si esegue il rilascio con le dita.
                   

Al rilascio.

La corda e la cocca della freccia si muovono verso sinistra, girando attorno alle dita che la lasciano. La parte anteriore della freccia, vicina alla punta, è spinta verso l’arco, e la flessione della freccia è aumentata dalla spinta che la frecce riceve dalla corda. La parte convessa della freccia in flessione è verso destra

                     

Movimento della freccia in avanti: il centro della lunghezza della freccia arriva all’altezza dell’arco.

Mentre si muove in avanti, la freccia si flette elasticamente nell’altro senso, con la parte convessa verso sinistra, e ruota, se così si può dire, attorno all’arco.

                   

Movimento della freccia in avanti: la cocca della freccia lascia l’arco.

Avanzando, la freccia si flette ancora elasticamente e arriva così ad avere la parte convessa verso destra. Essendo così piegata, la parte posteriore della freccia supera l’arco con la coda distante dall’arco stesso, senza che si sia interferenza fra le alette e l’arco
             

Freccia troppo morbida (con spine troppo basso)

La freccia non recupera sufficientemente in fretta la flessione conseguente all’oscillazione precedente: la coda della freccia arriva a superare l’arco senza essergli abbastanza lontana: c’è quindi interferenza, con conseguente errore nel tiro verso destra.

               

Freccia troppo rigida (con spine eccessivo)

La freccia non si flette abbastanza, e si sposterà verso sinistra, non riuscendo a tornare sulla traiettoria esatta da seguire per arrivare al centro del bersaglio.

         

N.B. - Esistono video che mostrano il movimento della freccia: sarebbe bene vederne uno per rendersi conto meglio di cosa è il paradosso dell’arciere.  tir à l'arc

Considerazioni da fare per avere frecce in legno adatte per l’arco.

- Archi costruiti con strati di legno e laminato con fibra di vetro esercitano una spinta maggiore degli archi monolitici.

- Archi costruiti seguendo un buon disegno esercitano una spinta maggiore.

- Archi con una corda più leggera esercitano una spinta maggiore.

-  Con un pollice di allungo in più si esercita una spinta 10 volte maggiore di 10 libbre in più di potenza dell’arco.

- Più pesante è l’arco, più diventa importante e difficile la scelta dello spine della freccia.

- Più lunga è la freccia, più diventa importante e difficile la scelta dello spine della freccia

- Pesanti silenziatori in gomma sulla corda penalizzano la gittata dell’arco.

- Ogni freccia ha 4 lati: 2 più rigidi, con la venatura del legno dritta, 2 con la venatura esce dalla freccia. Mettere un segno per evidenziare la parte più rigida.

-  La penna indice deve essere allineata con la parte più rigida.

-  Un buon attrezzo per misurare lo spine della freccia dà indicazioni al millesimo di pollice.

-  Quando si sa quale è la flessione delle frecce adatte per l’arco, si possono sostituire le frecce rotte senza problemi.

-  Frecce con la stessa flessione ma di materiale diverso (legno, alluminio, carbonio) non sono intercambiabili, perché i diversi materiali vibrano con una diversa frequenza.

Lo spine delle frecce da usare dipende molto dal tipo di arco tradizionale che si usa. Per questo Dan Quillian e Don Stokes hanno preparato una tabella in cui sono elencati lo spine e la flessione in millesimi di pollice necessarie le diverse potenze e per i diversi tipi di archi tradizionali. Può servire come prima indicazione per scegliere le frecce.



Note

1.      Determinare la potenza dell’arco all’esatto allungo.

2.      Frecce più lunghe di 28”, misurate dalla parte posteriore della punta all’incavo della cocca: per ogni pollice in più vedere  il prospetto per archi con 5 libbre in più di potenza.

3.      Per corde in Fast Flite sottili (12 fili o meno) vedere il prospetto per archi con 5 libbre in più.

4.      Per corde con silenziatori in gomma vedere il prospetto per archi con 5 libbre in meno di potenza.

5.      L’indice di flessione è indicato in millesimi di pollice e corrisponde al più alto valore di spine indicato. Arrotondare il valore di flessione a .005”.

6.      Questa tabella deve servire come base di partenza. È basata su una media di valori sperimentali. Un particolare stile di tiro o archi particolari possono richiedere variazioni dei dati forniti.

7.      La tabella è stata sperimentata con frecce in legno “leggero”. Legni più “pesanti” possono richiedere uno spine un po’ più rigido di quanto indicato: valutare la cosa col test della penna spennata.







Il test della freccia spennata.

Lo scopo del test è quello di trovare una freccia con caratteristiche tali da lasciare l’arco diritta, dopo essere passata attraverso le normali oscillazioni del paradosso dell’arciere: una freccia cioè che faccia coppia perfetta con l’arco.

L’indicazione che la freccia è ben accoppiata all’arco può essere trovata con questo test: quando una freccia senza impennatura colpisce bene il bersaglio si è un tiratore migliore, tirando più frecce si ottiene un buon raggruppamento delle stesse sul bersaglio, la freccia ha una miglior penetrazione, richiederà un impennaggio con superficie minore e la punta da caccia montata su queste frecce si comporterà come una punta normale, senza planare nel vento.

Il test insegnerà all’arciere come mettere a punto l’arco e dimostrerà che tirare frecce che non si accoppiano all’arco non permette di raggiungere nel tiro i risultati che si potrebbero ottenere.

L’autore suggerisce di fare questa prova solo quando si è acquisita una buona tecnica di tiro: senza padroneggiare una buona tecnica di tiro non si riuscirà ad eseguirla in modo soddisfacente.

Non si riuscirà infatti  a fare la prova:

-  se si impartisce una torsione all’arco,

-  se la distanza pivot – corda non è corretta (è il bracing height – il fistmele con altro termine non usato in Italia. Esso varia in funzione del disegno dell’arco e del materiale usato per la corda – dovrebbe essere indicato dal costruttore dell’arco),

-  se non si ha un allungo sicuro e costante ad ogni tiro (se non si usa sempre tutta la potenza dell’arco e non si esegue il tiro in modo corretto, si tirano le frecce ogni volta con uno spine non adatto, in modo diverso, alla potenza dell’arco).

Cosa è necessario avere per fare questo test.

-  Un buon tester per misurare lo spine delle frecce, che misuri la flessione delle aste in millesimi di pollice (se del caso ci si può rivolgere a chi vende le aste per fare queste misure, purché disponga di uno strumento di questo tipo).



-  Un amico arciere, che sappia controllare se si impartisce torsione all’arco, se l’allungo è ben ripetuto ad ogni tiro (deve essere così; l’amico lo può controllare vedendo come sporge ad ogni tiro la freccia dall’arco), la posizione di tiro, ecc.

-  Un battifreccia morbido (ad esempio in schiuma di poliuretano), dove la freccia entri senza essere deviata dalla direzione in cui lo colpisce e senza essere deformata dall’impatto.

- Un set di frecce acquistate facendo riferimento alla tabelle illustrata in precedenza, che può fornire una indicazione valida per i diversi tipi di arco che possono essere usati.

-  Un montaggio delle frecce fatto bene, come illustrato in precedenza: la penna indice deve essere applicata in corrispondenza di una delle due parti in cui l’asta è più rigida.

-  Aver tagliato le frecce della lunghezza corretta, misurata dal retro dell’arco (il lato più lontano dall’arciere).

-  Avere l’arco messo bene a punto,  col punto di incocco posizionato, per cominciare, con la cocca della freccia da 1/8” a 7/16” sopra la linea perpendicolare alla corda tracciata dall’appoggio della freccia sulla finestra dell’arco (se l’arco richiede un punto d’incocco con valori diversi da quelli indicati, e la freccia colpisce l’arco al rilascio, c’è qualcosa che non va nella costruzione dell’arco).

Il test

Montare la punta e la cocca su di un’asta scelta con lo spine che si ritiene esatto, tagliata all’esatta misura. Usare cocche tradizionali e controllare che cocca e punta siano posizionate ben diritte sull’asta.

Mettersi a circa 5 metri dal battifreccia e tirare essendo ben sicuri di essere arrivati all’esatto allungo ed aver eseguito il rilascio in modo corretto. Se ci si accorge di un errore nell’allungo o nel rilascio, non considerare il tiro: recuperare e ripetere.

Quando si è sicuri di aver eseguito bene la sequenza di tiro, controllare come la freccia ha colpito il bersaglio; un buon risultato è: freccia diritta (la cocca deve essere allineata col foro fatto dalla punta della freccia), che colpisce il centro del bersaglio.

- La freccia non deve colpire l’arco; se avviene così non si ottiene un risultato valido dal tiro.

   Se la cocca è alta, abbassare il punto di incocco: 1/64” può fare la differenza.

 Se la cocca è bassa, alzare il punto di incocco.

  Se la cocca è spostata a destra, la freccia è troppo rigida.

  -   Se la cocca è spostata a sinistra, la freccia è troppo morbida o la finestra è stata tagliata troppo vicino al centro dell’arco per il diametro della freccia che si sta usando.  Nessun arco che si usa eseguendo il rilascio con le dita, stile mediterraneo, dovrebbe avere la finestra tagliata più vicino di 1/8” dalla linea centrale dell’arco. Se l’arco presenta questo difetto, correggerlo incollando sul lato della finestra un pezzo di pelle o di altro materiale adatto.
Chi tira con l’arco olimpico corregge il difetto muovendo il bottone, ma il Long Bow non lo può fare.

-    La cocca può essere a destra o a sinistra anche se si è impartita una torsione all’arco al momento del tiro. L’amico arciere deve controllare la cosa quando l’arco è al completo allungo, stando dietro a chi tira, e guardando dove cade la corda rispetto alla linea centrale dell’arco. (vedi figura).
Se si esegue una torsione, occorre modificare la posizione della mano all’arco, e provare il tiro sino a che non si è corretto il difetto.

 -   Anche il punto di incocco può influenzare il modo in cui si impugna l’arco: se non è sistemato esattamente, la mano all’arco può impartire una pressione eccessiva sull’impugnatura con la sua parte bassa.

 Attenzione:

Ogni volta che si modifica la posizione della mano all’arco è necessario ripetere il controllo della posizione del punto di incocco.

Tenere sempre presente che qualsiasi modifica si faccia all’arco o alla freccia ha influenza sul comportamento dell’arco al tiro: occorre ricontrollare ogni volta la messa a punto dell’arco.

Tutto questo è un lavoro complicato, ma va fatto se si vuole essere un arciere migliore, un miglior cacciatore con l’arco e capire meglio come lavora il proprio arco e le proprie frecce.

Problemi di interferenza con l’arco nel tiro

Interferenza provocata da una finestra tagliata troppo profonda.

 Come detto in precedenza, la profondità della finestra può provocare problemi di interferenza. Nella sua flessione provocata dal paradosso dell’arciere, la freccia si allontana dall’arco, ma se è appoggiata molto all’interno, perché la finestra è troppo profonda, può ugualmente avere una interferenza con l’arco.

Questo difetto può provocare anche problemi nel volo di frecce con punta da caccia: quando la penna interferisce con la finestra, la punta da caccia si abbassa, e il volo della freccia ne è influenzato.

Interferenza provocata dalle penne e dall’impennatura.

-  Una impennatura con 4 penne può provocare la stesso difetto, a meno che non si usino penne molto basse.

-  Usare penne di alta qualità come quelle di tacchino selvatico, può provocare dei problemi, perché sono molto elastiche: provocano lo stesso problema di una freccia appena appena morbida: tenere presente che più morbida è la freccia, più vicino all’arco passerà la sua coda.